Informazioni sul FRUTTO e la RICETTA
Il chayote era già coltivato dalle antiche civiltà mesoamericane come Aztechi e Maya, che lo consideravano una fonte alimentare importante. Dopo la colonizzazione spagnola, si diffuse in Asia, Africa e in alcune regioni dell’Europa meridionale. In Italia è conosciuto soprattutto nel Meridione, dove prende nomi locali come “mellone”, “zucca centenaria” o “papaunedd”. Oltre al frutto, vengono utilizzati in cucina anche i giovani germogli, simili agli asparagi, e le radici tuberose, commestibili anch’esse.
Il chayote predilige terreni profondi, ben drenati e ricchi di sostanza organica, con pH neutro o leggermente acido. Non tollera i ristagni idrici, che possono causare marciumi radicali. Prima della piantagione, è consigliata una buona lavorazione del terreno con compost maturo.
Il chayote è una pianta rampicante perenne, ma caducifoglia, ovvero perde le foglie in inverno nelle zone con clima temperato. Nelle aree tropicali può comportarsi come sempreverde. In Italia, dove non tollera le gelate, si comporta spesso come una pianta annuale coltivata da tubero o frutto germinato ogni primavera.
Richiede annaffiature regolari durante la stagione calda, specialmente nei periodi siccitosi. Il terreno deve rimanere leggermente umido, ma mai saturo. In autunno, le irrigazioni vanno progressivamente ridotte fino a cessare con l'arrivo del freddo.
Ama il sole pieno: ha bisogno di molte ore di luce per crescere rigogliosamente e fruttificare. È quindi consigliata una posizione ben esposta, riparata dai venti freddi. In climi miti può essere coltivato in piena terra; altrove, meglio in grandi vasi o serre.
Il chayote è generalmente una pianta resistente, ma può comunque essere soggetta ad alcune problematiche. Tra le malattie più comuni c’è l’oidio, noto anche come mal bianco, che si manifesta con una patina biancastra sulle foglie e può compromettere la fotosintesi. Tra i parassiti, gli afidi tendono a colpire i giovani germogli, succhiandone la linfa e indebolendo la pianta. La mosca della frutta può attaccare i frutti maturi, compromettendone la qualità. Infine, in caso di ristagni idrici, possono insorgere marciumi radicali che danneggiano gravemente l’apparato radicale. Una buona esposizione al sole, una corretta circolazione d’aria e annaffiature ben dosate aiutano a prevenire questi problemi.
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