Informazioni sul FRUTTO e la RICETTA
Il tamarindo ha origini africane, ma si è diffuso presto in India, dove è diventato centrale nella cucina e nella medicina ayurvedica. Il nome deriva dall’arabo “tamar hindi”, ovvero dattero dell’India, a conferma della sua antica diffusione tramite le rotte commerciali. In Asia e in America Latina è stato adottato per le sue proprietà digestive e per l’uso in bevande, salse e piatti tradizionali. In India veniva anche piantato vicino ai templi per il suo valore spirituale. La sua popolarità è legata al gusto unico e alle proprietà benefiche che lo rendono protagonista in diverse culture culinarie e terapeutiche nel mondo.
Predilige terreni ben drenati, profondi e ricchi di sostanza organica. Tollera suoli leggermente acidi o neutri, ma teme i ristagni idrici che possono causare marciumi radicali. Si adatta anche a terreni poveri e sabbiosi, purché ben esposti al sole. In Italia, la coltivazione in piena terra è possibile solo nelle zone più calde del Sud e delle isole. Nelle regioni dal clima più rigido, può essere coltivato in vaso e protetto durante l’inverno, ad esempio in serre o ambienti riparati. È consigliabile utilizzare un terriccio leggero, arricchito con compost maturo e perlite o sabbia grossolana per migliorare il drenaggio.
Il tamarindo è una pianta arborea tropicale appartenente alla famiglia delle Fabaceae (o Leguminose), la stessa di fagioli, piselli e acacie. È un albero maestoso, a crescita lenta, che può superare i 20 metri di altezza nelle condizioni ideali. Nei primi anni di vita richiede cure regolari, ma una volta ben radicato sviluppa un apparato radicale profondo e diventa estremamente longevo, con una vita media che può superare anche i 150 anni. Inizia a fruttificare tra il sesto e l’ottavo anno dalla germinazione.
Nelle fasi iniziali di crescita richiede annaffiature regolari, specialmente nei periodi caldi e secchi. Una volta adulta, è piuttosto resistente alla siccità, ma beneficia di irrigazioni periodiche durante la fioritura e la formazione dei frutti.
Ama le posizioni soleggiate e calde. Deve essere coltivata in zone dove le temperature non scendono sotto i 5°C. In ambienti freddi può essere tenuta in serra o come esemplare ornamentale in vaso.
Il tamarindo è generalmente una pianta robusta, ma può essere attaccata da afidi, cocciniglie e bruchi. L’eccesso di umidità può favorire marciumi radicali e funghi. Una buona circolazione d’aria e l’uso di terriccio drenante aiutano a prevenire i problemi più comuni.
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